Ho scritto questo brano in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante, per rendere un tributo al genio, al gigante della letteratura italiana. Il suo capolavoro, “La Divina Commedia” mi ha molto affascinato. Mi sono lasciato trasportare con forza nel suo viaggio immaginario attraverso l’inferno, il purgatorio ed il paradiso, ed ho tradotto in musica tutte le emozioni e le suggestioni che man mano mi abitavano.
La musica ha inizio con nervose figurazioni di biscrome, espressione di un’atmosfera inquietante e tenebrosa, che volge al vivo con esaltazione, nell’intento di descrivere i gironi spaventosi dell’inferno dantesco. Il discorso musicale si dipana poi verso un clima ancora più ombroso, cupo e silente, sino a scomparire, portando con se una percezione di attesa, attraverso una lunga pausa. Gli accordi dissonanti, cupi e rarefatti, danno inizio al purgatorio, espressi in un andamento lento assai, che trasportano la mente in un’altra dimensione.
Il susseguirsi di cromatismi esasperati e di armonie ricercate conducono all’introduzione del tema collegato alla figura di Beatrice, una melodia eterea ed estremamente dolce che la caratterizza e la identifica, ripresentandosi poi verso la fine del brano. Nella parte finale del purgatorio, il discorso musicale si presenta con un crescendo che si evolve fino ad arrivare ad un accordo di Re bemolle maggiore in fortissimo. E’ la luce del paradiso: un susseguirsi di grandiosi tremoli sempre più fitti, che arrivano poi ad un pianissimo, caratterizzato da armonie dissonanti, ma sempre dolcissime. Si presenta nuovamente il tema di Beatrice, che porta il brano in una coda caratterizzata da cromatismi sovrapposti ad una eterea, sognante melodia, scomparendo man mano con dei suoni sempre più impercettibili.